A partire dal 2008 la Repubblica Popolare Cinese ha più volte annunciato una imminente riforma del settore aerospaziale a bassa quota. La provincia del Guangdong riveste il ruolo di apripista in questo campo visto che da qualche anno è in corso una sperimentazione che ha portato all’apertura nella primavera del 2014 della prima rotta a bassa quota fra Zhuhai, Yangjiang e Luoding e sta attualmente studiando la possibilità di aprire una rotta per elicotteri fra Guangzhou e Macao.
Una possibile apertura del settore dei voli a bassa quota è visto con estremo interessi dagli investitori locali e internazionali. Alcune stime riportano come vi sia un grandissimo spazio di crescita. Infatti operando un confronto con gli Stati Uniti emerge come le licenze private rilasciate in Cina siano solo 2,000 contro le 200,000 americane, allo stesso tempo i piloti cinesi ammontano a 35,000 di cui quasi tutti impiegati nelle compagnie aeree di linea, mentre negli Stati Uniti se ne contano 600,000 di cui solo un terzo impiegati in compagnie di linea. La Civil Aviation Administration of China ipotizza un fabbisogno per i prossimi vent’anni di almeno 80,000 piloti di linea e fino a 500,000 di aviazione generale.
Sha Changan, vice presidente della China Aviation Industry General Aircraft, una industria aerospaziale, sostiene che l’aviazione civile sia l’unico settore a non aver ancora beneficiato delle riforme economiche intraprese dalla Cina ormai più di trent’anni fa. Una della ragioni per il ritardo cinese nello sviluppo dell’industria aerea è legato al timore che l’eccessiva apertura di rotte a bassa quota possa causare una minaccia per la sicurezza. Oggi però sembra che la Cina sia pronta ad investire in questo settore, anche se gli sviluppi potrebbero vedersi solo nel medio termine.
Le opportunità per le imprese potrebbero trovarsi sia nel settore della formazione del personale di volo, sia in tutta la filiera legata alla vendita e manutenzione di aereomobili.
Filippo Fasulo, ISPI Research Assistant