Questo pomeriggio si sono svolte quattro sessioni incentrate su due dei pilastri di azione scelti dal G20: People e Prosperity.
Con Carlo Cottarelli (Economista, Direttore Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani) si è parlato di disuguaglianze. Lo shock economico legato alla pandemia è stato uno dei peggiori, c’è stato un crollo del PIL e un aumento della povertà, con conseguente accentuarsi di disuguaglianze all’interno di ogni Paese colpito. Ora, tra le diverse politiche per favorire la ripresa economica, c’è da ragionare su una serie di possibili conseguenze negative tra cui un alto tasso di inflazione e il rischio che i soldi messi a disposizione siano spesi male e non per progetti utili nel lungo periodo a far crescere la capacità produttiva del Paese. Cosa fare affinchè si realizzino le giuste scelte e non lasciare che cambiamenti come la green o la fair economy restino solo etichette o puro marketing? Non pensare che le cose cadano dal cielo, rimboccarsi le maniche e lavorare. I giovani sono pochi e devono gridare più forte per farsi sentire, altrimenti le politiche continueranno a esser fatte per la maggioranza che è rappresentata dai più anziani.
“La persona al centro dell'agenda politica” è stato il titolo della sessione organizzata con Anna Maria Bernini (Membro Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza, Senato italiano), Mauro Magatti (Preside della facoltà di Sociologia, Università Cattolica di Milano), Andrea Garnero (Economista del lavoro presso la Direzione per l'Occupazione, il Lavoro e gli Affari Sociali, OCSE e JRC), Carlotta Sami (Senior Regional Public Information Officer, Spokeperson, UNHCR). Le disuguaglianze c’erano già ma la pandemia le ha accentuate e ha colpito in modo diverso le persone. Dobbiamo ora assicurarci che tutti possano far parte della ripresa: sostenibilità e digitalizzazione possono aiutarci in questo se ben gestite. Con le attuali iniziative, tra cui il PNRR in Italia, abbiamo una grande occasione per lavorare anche sulla parità di genere e colmare i numerosi gap che ci sono nella società. Si è parlato del bisogno di investire nella formazione continua, di riadattare i processi formativi e informativi per aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro in continuo cambiamento e favorire il ricollocamento di chi non ha più una professione. Ma si è parlato anche di inclusione e capacità di gestire i flussi migratori ricordando la distinzione tra migranti e rifugiati, l’importanza di un impegno multilaterale e di strategie comuni anche per il contenimento del climate change già evidentemente in atto.
Fabrizio Barca (Coordinatore, Forum Diversità e Disuguaglianze) ha portato all’attenzione l’espressione “Giustizia sociale”, intesa come il pieno sviluppo della persona umana. È qualcosa che spesso resta vaga o poco compresa ma è ben presente nell’articolo 3 della nostra Costituzione che prevede di eliminare gli ostacoli che impediscono questo pieno sviluppo. Il dialogo sociale è uno strumento fondamentale per prendere decisioni che nascono da un confronto, da un insieme di saperi e di punti di vista. Il Covid ha cambiato in peggio la società ma proprio questo dovrebbe spingerci a migliorare. C’è già aria di cambiamento a livello politico e internazionale, ma serve costruire processi partecipativi già a livello locale e cercare che ogni nuova misura adottata vada a favore dei soggetti che ne saranno direttamente colpiti. Come fare? In qualunque settore siate o lavoriate, chiedetevi se quel che state facendo rappresenta o meno un ostacolo al pieno sviluppo della persona.
Con Daniela Fatarella (Direttrice Generale, Save the Children Italia) si è parlato di cosa ci insegnano le disuguaglianze. Il Covid ha colpito le persone più fragili e in un contesto che già era caratterizzato da forti squilibri. Sono numerosi gli effetti che ha causato a livello sociale, tra cui la crisi educativa in conseguenza alla chiusura delle scuole, il doversi riadattare in digitale nonostante l’accesso alle tecnologie necessarie e la conoscenza ad utilizzarle non sia ancora di tutti, l’esclusione di bambini e soprattutto bambine dal processo di istruzione. Serve accompagnare in questa fase di ripresa per garantire una ristrutturazione degli spazi educativi, non la quantità ma anche la qualità di un’istruzione inclusiva, senza dimenticare nessuno.
L’ultima sessione ha affrontato il tema “Prosperity: rischi e pportunità della rivoluzione digitale” con ospiti Diego Ciulli (Senior Public Policy Manager, Google), Paola Pisano (Docente di Gestione di Economia e Gestione dell'Innovazione, Università di Torino; già Ministro per l'innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione) e Cristina Scocchia (CEO Kiko). Sono emerse numerose riflessioni tra cui la necessità di attrezzarsi di tecnologie che siano disponibili ai cittadini e l’importanza di insegnare la tecnologia e l’innovazione, oltre a sfruttarle a meglio per diventare anche più competitivi in Italia. Negli ultimi 18 mesi c’è stato un aumento di digitalizzazione che in alcuni casi ha coinvolto più i consumatori che le imprese, mentre serve che le stesse imprese sfruttino le tecnologie per inserirsi in questo momento di cambiamento e non dover cercare fornitori esteri. Serve una vera cultura del digitale che interessa tutti, dal singolo cittadino agli Stati, in un sistema sempre più interconnesso dove gli attacchi informatici costituiscono una reale e concreta minaccia alla stabilità.
Puoi rileggere qui le riflessioni e i dialoghi con gli ospiti delle altre due giornate del Forum:
Day 1: Dialoghi sul mondo, sull'Europa, sulla salute circolare
Day 3: Dialoghi su "Planet"