Alle elezioni presidenziali, gli elettori americani votano per il presidente, ma di fatto non lo eleggono direttamente. Con il loro voto vengono selezionati 538 “grandi elettori” – proposti dai partiti – che insieme compongono il Collegio elettorale. Sono questi 538 grandi elettori che, riunendosi a dicembre, formalmente votano per eleggere presidente e vicepresidente. Vince chi tra i due candidati in gara raggiunge il numero magico di 270 voti, la maggioranza dei componenti di questo Collegio elettorale. In caso di parità o se nessuno dovesse ottenere la maggioranza, la decisione passa alla Camera dei deputati.
Ma come si attribuiscono i grandi elettori? Ogni stato ha un numero diverso di grandi elettori, pari alla somma dei suoi senatori (due per ogni stato) e deputati alla Camera (in proporzione alla popolazione, aggiornati ogni 10 anni dal censimento). Facendo la somma si arriva così al numero di 538: 100 quanto i senatori, 435 come i deputati, più tre elettori assegnati dal District of Columbia.
Dando a ciascuno stato un minimo di tre grandi elettori, però, il sistema favorisce di fatto gli stati meno popolosi. Un sistema puramente proporzionale, invece, darebbe loro meno seggi.
Il risultato del collegio elettorale rispecchia il voto popolare? Non necessariamente. In tutti gli stati, tranne nel Maine e in Nebraska, si utilizza infatti il sistema “chi vince prende tutto”: tutti i posti per grandi elettori assegnati a quello stato saranno occupati dai grandi elettori “fedeli” al candidato che ottiene il 50% più uno dei voti. In questo modo, però, la composizione del collegio elettorale non rispecchia la proporzione delle preferenze per i vari candidati del voto popolare di ciascuno stato: il candidato che arriva secondo, infatti, non vince nessun grande elettore, nemmeno se conquistasse il 49% delle preferenze. Il rischio è che, alla fine, l’esito del voto del collegio elettorale sia diverso da quello del voto popolare. L’esempio più recente risale al 2016 quando, nonostante Hillary Clinton avesse vinto il voto popolare a livello nazionale, è stato Trump a vincere la maggioranza nel collegio elettorale e ad essere eletto.
I grandi elettori sono sottoposti a obbligo di mandato? La Costituzione non li obbliga a votare per un candidato in particolare, ma in 32 stati e nel District of Columbia sono le leggi locali a incoraggiare i grandi elettori a votare secondo il voto popolare, pena una multa.